L’economia europea è in profonda crisi e secondo le analisi di molti economisti le condizioni dell’euro potrebbero peggiorare ulteriormente nel corso dei prossimi mesi. Il timore principale è che la crisi possa estendersi dalla periferia dei paesi economicamente più deboli e già in seria difficoltà – come Irlanda, Portogallo, Grecia, Spagna e Italia – al centro del sistema euro costituito da Francia e Germania.
Il problema della Francia è lo stesso problema dei paesi dell’Eurozona annegati nella crisi: più Grecia ed Italia stanno male, più la Francia ne risente. Infatti molto del successo recente della Francia è dipeso dall’attivismo delle sue banche sul fronte finanziario, specificatamente nell’attività di prestito ai paesi che oggi sono in difficili condizioni finanziarie come appunto le due penisole del Mediterraneo. Le banche francesi hanno prestato molti denari per acquisire titoli sovrani greci e italiani, esponendosi in maniera più che pericolosa ed ora che i conti pubblici della Grecia e dell’Italia soffrono, la Francia li segue a ruota!
Insieme con la Germania, la Francia negli ultimi mesi ha amministrato la
crisi nell’area dell’euro chiedendo ai paesi maggiormente in difficoltà politiche
di tagli e austerità per rimettere in sesto i loro bilanci, in cambio se
necessario di piani di salvataggio per rifinanziare il loro debito.
Mentre
l’economia tedesca resiste ancora, quella francese ha però iniziato a mostrare
i primi segnali di cedimento facendo aumentare lo scetticismo da parte degli
investitori. Anche il suo differenziale , il noto spread che misura il divario
fra l’obbligazione sovrana di un paese e quella tedesca, che funge da
parametro, si allarga raggiungendo il nuovo record di 195 punti.
Secondo gli analisti l’economia della Francia potrebbe essere trascinata in
un circolo vizioso con un progressivo aumento dei tassi di interesse sul
proprio debito. A metà anno, la Francia aveva 1.700 miliardi di euro di debito,
cifra che è previsto continui ad aumentare arrivando all’87 per cento del
prodotto interno lordo nel corso del 2012. Stando alle previsioni , il
rifinanziamento del debito sarà la principale spesa per il prossimo anno pari
ad almeno 48,8 miliardi di euro.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha presentato lo scorso 28 settembre
una nuova serie di misure di austerità per tenere a freno la spesa,
rassicurando al tempo stesso gli investitori. Gli analisti ritengono però che queste
nuove norme potranno fare poco per tranquillizzare i mercati, preoccupati anche
dai dati sulla crescita economica del paese e dall’esposizione delle banche
francesi che possiedono molti titoli di paesi a rischio come Italia e Spagna.
La manovra d’autunno:
Il Primo Ministro François Fillon ha annunciato lo scorso novembre una manovra correttiva per
18,6 miliardi di euro sul 2012-13 (0,8% di PIL). Le misure per il 2012 sono
solo per 7 miliardi di euro (0,3% di PIL), ma si cumulano agli 11 miliardi di
euro (0,5% di PIL) di fine agosto. La correzione per il 2012 è quindi, nel
complesso, di 0,8% di PIL, di questi circa uno 0,5% - 0,6% sono da considerarsi
un miglioramento strutturale dei saldi. Per il 2013 sono previsti 11,6 miliardi
di euro (0,5% di PIL).
Il Governo ha dichiarato, inoltre, che saranno necessari risparmi per 65 miliardi
di euro entro il 2016 per riportare il bilancio in pareggio per quella data.
La manovra risponde alla necessità di controbilanciare l’effetto sui saldi
di finanza pubblica del rallentamento congiunturale. I dati reali e le indagini
di fiducia segnalano che l’economia francese potrebbe essere già entrata in una
fase di stagnazione e i rischi di contrazione del PIL a cavallo del nuovo anno
non sono trascurabili.
Il Progetto di Legge Finanziaria (PLF) per il 2012 di settembre scorso era
stato varato ipotizzando una crescita dell’1,75%, poi rivista al ribasso
all’1,0% il 26 ottobre scorso. Una mini manovra correttiva per il 2012 era
attesa, dato il peggioramento del quadro macro economico ed i rischi derivanti
dalla propagazione della crisi sul debito sovrano al sistema bancario.
La manovra si concentra sulle entrate per 5,2 miliardi di euro e prevede
solo interventi minori dal lato delle uscite (-1,7 miliardi di euro).
In maggior dettaglio essa prevede:
1. Un
innalzamento dell’aliquota IVA dal 5,5% al 7% per tutti i beni e servizi con
l’eccezione dei beni di prima necessità per i quali l’imposta resta al 5,5%. I
ricavi addizionali dovrebbero essere di
poco meno di 2 mld.
2. Ulteriore
abbattimento delle agevolazioni fiscali fino al 15% (a fine estate si era
assistito ad una riduzione del 10%). Il credito d’imposta per l’acquisto di beni
durevoli nel caso di ristrutturazioni residenziali verrà tagliato del 20%. I
prestiti a tasso zero per l’acquisto della prima casa verranno limitati alle
nuove case soltanto. Il dispositivo “Scellier” (credito d’imposta per la
ristrutturazione di immobili in locazione) verrà sospeso del tutto dal 2013.
L’impatto sul 2012 dovrebbe essere circa pari a zero, mentre sul 2013 dovrebbe
essere di circa 1 mld di euro.
3. Gli
scaglioni per l’imposta sul reddito, sulla ricchezza e sulle successioni non
saranno più indicizzati all’inflazione nel 2012 e nel 2013. L’extra reddito
dovrebbe essere di 1,7 mld di euro nel 2012 e 3,4 mld di euro nel 2013.
4. Verrà
ridotto lo scarto tra aliquota sui redditi da lavoro e redditi da capitale con
l’innalzamento dell’aliquota su rendite finanziarie (interessi e dividendi) al
24% dal 19% con un gettito addizionale di circa 0,6 mld di euro nel 2012 e
2013.
5. L’imposta
sui redditi delle società (con fatturato superiore ai 250 mln di euro) salirà
del 5% fino a quando il deficit non scenderà al 3%. La misura dovrebbe rendere
circa un miliardo nel 2012 e 2013.
6. Lo
Stato farà risparmi supplementari per 500 mln di euro, portando così il
risparmio complessivo a 1,5 mld di euro. In particolare gli stipendi dei
Ministri e del Presidente saranno congelati fino al pareggio di bilancio.
L’aumento di alcune spese (fatta eccezione per le pensioni e i minimi di
invalidità) sarà solo dell’1,0% nel 2012.
7. La
crescita della spesa sanitaria sarà limitata al 2,5% dal 2, 8% indicato nel
Progetto di Budget 2012. La misura consentirà un risparmio di 700 mln di euro.
8. L’innalzamento
dell’età pensionabile a 62 anni è anticipato al 2017 anziché al 2018. Ciò
dovrebbe consentire risparmi di cassa per 4,4 mld di euro tra il 2012 e il
2016.
9. Il contributo
sulle bevande analcoliche: le bevande con aggiunta di zucchero vengono tassate
di 3,58 euro per ettolitro a partiredal 1 gennaio 2012.
Sono previste inoltre alcune misure addizionali che potrebbero rivelarsi
comunque insufficienti a centrare l’obiettivo 2012 e soprattutto ad assicurare
un deficit in calo al 3% nel 2013. È quindi possibile che dopo le elezioni
presidenziali di aprile 2012, si renderanno necessari ulteriori interventi per
garantire il ritorno del deficit francese al 3%, se non nel 2013 almeno nel 2014.
Il paese rimane ad ogni modo credibile sulla solvibilità del debito sovrano,
nonostante i recenti problemi del sistema bancario; la Francia risulta infatti anche
più esposta della Germania al debito dei Paesi
periferici. Finora non ci sono state ripercussioni della crisi e delle
pressioni sul sistema bancario sull’erogazione di credito, ma le banche
dichiarano di aver comunque stretto le condizioni al credito in particolare per
quanto riguarda le imprese.