Disavanzi e debiti pubblici
sono dunque aumentati vistosamente negli ultimi anni in entrambi i Paesi. Si è
posta dunque la necessità di riportare i bilanci pubblici verso una situazione
di normalità fiscale – con bassi deficit e rapporti debito-PIL in discesa - e
di fissare rapidamente un itinerario di riequilibrio del bilancio, con una
ricomposizione della spesa corrente e con riforme strutturali che favoriscano
l’innalzamento del potenziale produttivo e la competitività del paese.
In linea generale, la
tendenza comune ai pacchetti di
austerity già adottati o annunciati da Francia e Italia, è di intervenire per
prima cosa, in maniera trasversale, sulle voci di spesa più rilevanti:
pensioni, spesa sociale, costi del personale delle pubbliche amministrazioni,
ecc.
La Francia è caratterizzata da un debito pubblico pari a 1700 miliardi di debito ( corrispondenti all’ 87%
del PIL 2012), che risulta inferiore a
quello italiano di 1901 miliardi di euro
pari al 122% del PIL realizzato nel 2010; tuttavia il livello di debito prefissato per i paesi
membri dell’ UE corrisponde al 60% rispetto al Pil, mentre il deficit obiettivo
non dovrebbe superare il limite del 3%.
Per far fronte a tale situazione la Francia ha previsto una Manovra da 19
miliardi per il biennio 2012-2013 (0.8% PIL) e risparmi di spesa complessivi
per 95 miliardi entro 2013 con l’obiettivo di ridurre il deficit del 3% entro
tale data.
Il disavanzo stimato a breve termine ammonta all’8,4%. Il percorso di
risanamento mira dunque a portare nelle casse dello Stato 100 miliardi in più
entro il 2013 tra tagli alle spese e nuove entrate e a mettere a regime entro
il 2020 un risparmio annuo pari all’1,9% del PIL.
Nello stesso quadro, anzi in un contesto di vera e propria emergenza, è maturata la manovra finanziaria del Governo italiano che, attraverso riduzioni di spesa e aumento delle entrate, opera una correzione dei conti pubblici tendenziali nella misura di 20 miliardi di euro (1.3% PIL) nel prossimo biennio. La correzione del bilancio dovrebbe ridurre il deficit pubblico di 21 miliardi al 3,9 per cento nel 2011 e al 2,7 per cento nel 2012. Gli interventi adottati dal governo italiano per ridurre il fabbisogno e il debito pubblico sono da considerarsi oggi tra i più severi dell’Unione europea.
Nello stesso quadro, anzi in un contesto di vera e propria emergenza, è maturata la manovra finanziaria del Governo italiano che, attraverso riduzioni di spesa e aumento delle entrate, opera una correzione dei conti pubblici tendenziali nella misura di 20 miliardi di euro (1.3% PIL) nel prossimo biennio. La correzione del bilancio dovrebbe ridurre il deficit pubblico di 21 miliardi al 3,9 per cento nel 2011 e al 2,7 per cento nel 2012. Gli interventi adottati dal governo italiano per ridurre il fabbisogno e il debito pubblico sono da considerarsi oggi tra i più severi dell’Unione europea.
Il piano adottato dal governo italiano è composto in particolare per due
terzi dai tagli alle spese e per un terzo da maggiori entrate derivanti dalla
lotta all’evasione fiscale e contributiva, dall’aumento della fiscalità,
dell’aliquota IVA, dell’imposta sui carburanti nonché dall’aumento della
fiscalità in ambito immobiliare, come ad es. la reintroduzione dell’ICI sulla
prima casa di proprietà.
La Francia concentra invece i suoi interventi maggiormente sulle entrate
per le quali sono previsti incassi per 5,2 miliardi di euro e prevede
interventi minori per quanto riguarda le uscite per le quali si stima un
risparmio di 1, 7 miliardi. A tal
proposito sono annunciate dunque
consistenti riduzioni delle agevolazioni fiscali soprattutto in ambito
immobiliare, nonché per l’acquisto di beni durevoli e un aumento dell’Iva dal
5,5% al 7%.
Il primo passo della manovra francese consiste nel congelamento delle spese
pubbliche, bloccate in valore assoluto al livello 2010 fino a fine 2012, fatta
eccezione per gli interessi sul debito e la spesa pensionistica. Ciò significa
una riduzione del 10% in tre anni delle spese di funzionamento corrente, ad
iniziare dai ministeri, che sono stati invitati dal ministro dell’Economia a
ridurre del 10% le proprie spese: dal numero di collaboratori alle missioni
all’estero, ma anche spese di rappresentanza.
Tutto ciò comporterebbe un risparmio di circa 500 mln.
Anche in Italia si registra innanzi tutto una maggiore attenzione ai saldi
finanziari delle pubbliche amministrazioni, estendendo le misure di rigore ai
soggetti che gravano sul bilancio dello Stato a prescindere dalla loro
personalità giuridica.
Un altro intervento comune riguarda il blocco parziale del turnover nel
pubblico impiego. In Francia con i nuovi provvedimenti, l’obiettivo per il 2013
è 34mila dipendenti pubblici in meno l’anno per tre anni, per un taglio
complessivo di 100mila posti. Ogni due dipendenti pubblici che andranno in
pensione solo uno verrà sostituito.
In modo analogo in Italia il divieto delle assunzioni viene esteso, in
maniera rigorosa, anche ai livelli di governo regionale e locale, prevedendo un
turnover pari al 20% dei cessati. Viene imposto il blocco della contrattazione
collettiva per il triennio 2011-2013 e la riduzione delle retribuzioni solo per
i redditi superiori ai 90mila euro con uno scaglione maggiore per quelli
superiori ai 150mila.
Preoccupa in particolare tanto in Francia quanto in Italia il deficit del
settore pensionistico, in rosso da tempo. La riforma delle pensioni in Francia prevede
perciò l’aumento dell’età minima pensionabile da 60 a 62 anni, che sarà
introdotto gradualmente entro il 2017 con scaglioni di 4 mesi ogni anno. Per
avere la pensione piena serviranno inoltre 41 anni e mezzo, e non più 40, di
contribuzione.
In materia pensionistica l’Italia porta invece l’età minima pensionabile
delle donne a 62 anni a partire dal 2012 e a 66 anni a partire dal 2018,
eguagliando così quanto previsto per gli uomini; ma soprattutto introduce il
metodo di calcolo contributivo delle prestazioni per tutti. Per quanto riguarda il
raggiungimento della pensione in Italia sono necessari 41 anni e 1 mese di
contributi per le donne e 42 anni e un mese per gli uomini.
In generale dunque possiamo osservare come gli interventi adottati in Francia e in Italia, pur nella loro eterogeneità, mostrano molti tratti comuni relativamente alle misure adottate e al contempo la presenza di piani di medio periodo diretti a ridurre stabilmente il peso dell’amministrazione pubblica e della spesa pubblica complessiva.
In generale dunque possiamo osservare come gli interventi adottati in Francia e in Italia, pur nella loro eterogeneità, mostrano molti tratti comuni relativamente alle misure adottate e al contempo la presenza di piani di medio periodo diretti a ridurre stabilmente il peso dell’amministrazione pubblica e della spesa pubblica complessiva.
Va sottolineata inoltre che le misure adottate dal governo italiano
risultano sia più severe sia di più rapida efficacia, producendo quindi un
maggior impatto sociale rispetto ai
provvedimenti assunti in Francia. Ciò è dovuto all’ insopportabile livello
raggiunto in questo contesto dallo Stock del debito italiano, che ha messo in
dubbio la sua sostenibilità, richiedendo quindi un intervento di correzione immediata
e strutturale, che convincesse gli investitori a rifinanziarlo via via che si
presentassero le varie scadenze.
L’ emergenza e la rapidità con la quale si sono verificati eventi storici,
quale la formazione di un governo tecnico, l’ introduzione di misure economiche
da anni al centro del dibattito politico – sociale, come la riforma
previdenziale, l’ attenzione posta dai media internazionali sulle difficoltà
italiane, hanno oltremodo drammatizzato le reazioni politiche e la rappresentazione
dei fatti operata dai mezzi di comunicazione. Viceversa in Francia, pur con l’
attenzione dovuta, il dibattito si è svolto con modalità meno conflittuale ed
una trattazione più moderata da parte della stampa.
In ultimo si può riflettere sul fatto che, mentre la Francia ha subito la
storica perdita della tripla AAA, assegnata dalle agenzie di rating, nel mese di Gennaio
2012, l’ Italia ha vissuto il suo periodo peggiore a metà di Novembre 2011,
nel momento in cui si è verificato il cambio di governo; nello stesso periodo di Gennaio 2012, il differenziale di rendimento rispetto
ai titoli tedeschi (Spread ) registrava una repentina riduzione di circa 200
punti base, e il tasso dei titoli pubblici ad un anno si è ridotto in due mesi
dal 6% al 2%.
Ciò dimostra che il quadro di fondo della Francia, se pur migliore, resta critico ed è ancora in una fase iniziale
di peggioramento; al contrario l’ Italia , che in valore assoluto presenta
livelli economici maggiormente preoccupanti risulta essere in via di miglioramento
proprio ed esclusivamente per effetto delle misure di politica economiche
intraprese.
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